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The Arch – Eva Quartet & Hector Zazou
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Invisible Cities – Recensione Musica Jazz
In questo lavoro di confine per la propria etichetta, le qualità di jazzista di Guzzoletti si fondono con i ritmi contemporanei e suggestioni elettroniche. Il lavoro è ispirato all’omonimo libro di Italo Calvino, del quale riprende l’idea del viaggio – qui mentale e attraverso realtà musicali – e l’intenzione di descrivere, conferendo loro unità, situazioni variegate, solo apparentemente contraddittorie e confuse.
Cecchetto e Onorati (con il compositore anche nell’orchestra di Barga Jazz) contribuiscono ad ancorare all’improvvisazione jazzistica una musica che risente fortemente di numerose influenze diverse e che ricorda sperimentazioni di altri trombettisti, come Erik Truffaz e – soprattutto – Nils Petter Molvaer. Pur nella diversità degli scenari, il lavoro ha una cifra ben identificabile, impressionisticamente drammatica, cui contribuisce il lavoro al computer di Inserillo. Dedicato alla scomparso Hector Zazou, “Invisible Cities” si conclude con una ghost track – Last City – registrata dal vivo a Parigi e ricca di ospiti, tra cui lo stesso Zazou.
Pollastri